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Chiesa di S. Giovanni Battista

Con lo svettante campanile e l’austera cupola maiolicata domina il centro storico di Vietri e ne è diventata l’emblema. Si raggiunge percorrendo la stretta via D. Taiani, che si diparte dal corso Umberto, e proseguendo in leggera salita sulla via S. Giovanni.

La chiesa, di impianto seicentesco, sorta su una vecchia struttura esistente già nella prima metà dell’XI secolo, è orientata a levante, presenta un impianto a croce latina e si compone di una sola navata e transetto.

L’interno si presenta abbastanza luminoso. Le pareti, ricoperte da stucchi, sono scandite da squarci ad archi, profondi circa un metro, nei quali in precedenza vi erano collocati altarini delle cappelle gentilizie; sui pilastri intermedi sono incastonate 12 croci di marmo colorato, elemento simbolo della consacrazione della chiesa, ed affissi i quadri della Via Crucis.

Sul cassettonato, dai motivi floreali dorati su fondo azzurro, campeggiano 15 cornici ricoperte in oro, che racchiudevano altrettanti quadri ad olio, rappresentanti tutti i principali episodi della vita di San Giovanni Battista.

Sull’arco di trionfo spicca un dipinto ad olio su tela databile al XVIII secolo, di recente restaurato; il dipinto, che rappresenta San Giovanni Battista, è incastonato in uno stemma con corona sorretto da due angeli. Nei pennacchi dei pilastri della cupola vi sono dipinti i quattro Evangelisti, realizzati secondo la tecnica del mezzo affresco (pittura e calce) agli inizi dell’800 e rifatti nel 1873 dal pittore Gaetano D’Agostino. Il pavimento è di quadroni di marmo bianco e nero posti in modo romboidale; esso fu collocato durante i lavori degli anni 50 e sostituì il vecchio pavimento in ceramica del 1873.

Tra le opere più antiche si annoverano:

  • il polittico della Madonna lattante e Santi (tempera su tavola), risalente ai primi decenni del Cinquecento;
  • il Crocifisso ligneo, della metà del Seicento, commissionato ad Aniello Stellato di Napoli;
  • il quadro della Madonna con San Giovanni e Sant’Irene (posto sull’altare centrale), che reca la data 1752 ed è firmato dal pittore vietrese Pietro De Rosa.

 

Oratorio dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata e del SS. Rosario

Sulla piazza della chiesa parrocchiale, che si anima in modo speciale quando ha inizio la processione di S. Giovanni, santo patrono della cittadina, si affaccia anche l’Oratorio dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata e del SS. Rosario, più comunemente conosciuta quale congrega: la cappella della congrega - che nel Quattrocento, prima di assumere l’attuale denominazione, era individuata quale Confraternita di disciplina di S. Maria dell’Obbedienza - fu costruita agli inizi del Settecento. L’in­gresso con cancello e scala  fu realizzato agli inizi dell’Ottocento. La facciata presenta tre ampi pannelli di ceramica del 1931, raffiguranti l’Annunciazione, San Michele e S. Raffaele, opere del maestro Renato Rossi. Nell’in­terno si ammirano: le pitture parietali e della volta degli inizi del Settecento del pittore maestro Filip­po Pennini di Benevento; un elegante esempio di mattonato vietrese del 1864; gli scanni di legno degli inizi del Settecento; l’altare maggiore che fu rifatto nel 1855.

 

Chiesa della Madonna degli Angeli

La chiesa della Madonna degli Angeli è molto cara a vietresi. Da secoli si celebra la festa della Vergine degli Angeli la prima domenica dopo Pasqua. Nell’interno della Chiesa l’altare in marmo, donato dalla du­chessa Piccolomini nella seconda metà del Settecento, racchiude la quattrocentesca immagine della Madonna di stile orientale ed il monu­mento funebre dedicato a Gerardo Caracciolo, Duca di Martina.

 

Chiesa di S. Margherita - Albori

La chiesa di Santa Margherita, ubicata nella parte centrale del paese, è citata già dalla metà del Trecento, anche se la forma attuale dell'edificio risale agli inizi del Seicento. La chiesa è a tre navate, è preceduta da un portico e conserva affreschi della seconda metà del Seicento.

Nella parrocchia è presente la Congregazione di S. Francesco di Paola, antica associazione di laici. Il suo oratorio occupa il vano soprastante la navata sinistra della chiesa parrocchiale, con ingresso separato. Vi è un pavimento di ceramica vietrese del 1864, ben conservato, con piastrelle tutte uguali di motivo geometrico.

 

 

Chiesa della Madonna dell’Arco - Raito

La chiesa della Madonna dell’Arco, in cui si venera un’immagine della Vergine col Bambino, dipinto su intonaco risalente agli inizi del Seicento, rientra nella parrocchia di Raito poiché fu realizzata dai raitesi in tempi in cui l’area era priva di abitazioni. E sempre i marinai di Raito sostenevano anche il sagrestano che era incaricato di suonare la campanella per avvisare i cittadini dei movimenti delle imbarcazioni e delle calamità marittime. La cappella fu ampliata, grazie alle offerte della popolazione, nell’ultimo decennio del Settecento. Il pavimento del 1875 fu realizzato dalla fabbrica Serio, a devozione di F. Gaetano da S. Stefano. 

 

Chiesa S. Maria delle Grazie - Raito

La chiesa parrocchiale di S. Maria delle Grazie – Tempio Mariano del Comune di Vietri sul Mare – nell’attuale consistenza risale alla seconda metà del Cinquecento; sul frontespizio vi è apposta una targa con la data 1540, a testimonianza di una preesistente struttura già funzionante per i cittadini raitesi.

L’edificio, uno dei luoghi di culto più suggestivi, è a tre navate ed in posizione panoramica sul golfo.

Tra le opere d’arte si annoverano:

  • l’altare maggiore, la balaustra ed il pulpito in marmo policromo;
  • la pala cinquecentesca dell’altare centrale raffigurante la Beata Vergine Maria delle Grazie, tra i santi Pietro e Paolo, attribuita a Pompeo Landolfo;
  • la Visitazione, affresco della volta della navata centrale, del 1729 di Giuseppe Mastroleo;
  • il ciclo di affreschi del 1676 nella volta della cappella del Carmine, già attribuiti a Luca Giordano e più recentemente ad Angelo Solimena: raffigurazioni di Dio Padre, della Fuga in Egitto, di miracoli della Madonna del Carmelo, e di puttini.

In sagrestia si conservano un bel gruppo di quadretti ex-voto e la statua della Madonna delle Grazie, realizzata a Napoli da Verzillo nel 1817.

 

Museo Provinciale della Ceramica e Villa Guariglia - Raito

Il Museo è collocato all’interno del complesso di Villa Guariglia (fastosa residenza estiva), annesso al patrimonio dell’Amministrazione Provinciale di Salerno nel 1970, grazie al lascito testamentario del proprietario Raffaele Guariglia, ambasciatore d’Italia, dell’Ordine di Malta e Ministro degli Esteri del governo Badoglio, deceduto il 25 aprile di quell’anno. Il 9 maggio del 1981 (ampliato successivamente nel 1992), nella Torretta Belvedere di Villa Guariglia, fu inaugurato il Museo della Ceramica e confluirono in quell’occasione, a Raito, la raccolta già formata presso il Museo Archeologico Provinciale di Salerno fin dagli anni Venti, numerosi elementi della collezione Guariglia, nonché diverse donazioni di privati. Nel 1999 è stato aperto un secondo spazio espositivo, al pianterreno della Villa, con le nuove collezioni acquisite negli ultimi anni dalla Provincia di Salerno.

Il percorso di visita si divide in vari settori: inizia dalla Torretta Belvedere con oggetti di carattere religioso e devozionale, come targhe votive e acquasantiere domestiche; poi con la documentazione relativa al vasellame di uso quotidiano, databile in gran parte all'Ottocento e termina attraverso varie sezioni nominative, con il cosiddetto “periodo tedesco”, quando tra gli anni Venti e Trenta artisti stranieri, soprattutto tedeschi, rivoluzionarono il repertorio locale con motivi quotidiani.

 

 

 

Chiesa e convento di S. Antonio – Marina di Vietri

Nella zona ad est del fiume vi è la chiesa di S. Antonio e l’annesso ex convento dei frati minori francescani, realizzati nel 1608. La chiesa presenta in una cappella laterale un pezzo di pavimento di ceramica del Settecento; quello della navata è della seconda metà dell’Ottocento. Il convento, sop­presso dalle leggi degli inizi dell’Ottocento, fu destinato ad orfanotrofio femminile ed ora vi ospita l’Istituto Internazionale di Studi Fisici, la SDOA (agenzia di formazione di management aziendale).

In occasione della realizzazione del Convento e di successivi magazzini furono scoperte delle fabbriche sotterranee, delle tombe, dei pavimenti a mosaico, una grande statua acefala (che si pensava rappresentasse il Dio Priapo o Giunone Argiva) che nel 1715 era conservata nel palazzo arcivescovile di Cava, una colonna di marmo collocata ancora oggi in piazza San Francesco a Cava de’ Tirreni. Sempre nei pressi del Convento nel 1696 furono scoperti un acquedotto e un'altra statua di un giovane, che poi fu trasportata a Napoli nel palazzo del Reggente Don Gennaro D'Andrea.

 

 

Chiesa di S. Maria di Porto Salvo o S. Francesco - Marina di Vietri

La chiesa di S. Maria Porto Salvo, già chiesa di Santa Maria della Guardia del tardo Cinquecento, oggi è chiesa parrocchiale per tutta la frazione di Marina; nel passato interessava gli abitanti della sola zona della Bagnara. Nel 1648 fu danneggiata dai militari francesi comandati dal principe Tommaso di Savoia. E’ detta anche di San Francesco, dalla radicata devozione che i marinesi nutrono nei confronti di San Francesco di Paola, il quale passò dalle nostre zone nel suo viaggio in Francia nel 1493.

 

Chiesa della Madonna delle Grazie - Benincasa

E’ a tre navate con l’elegante portico ed accogliente piazzetta antistante. Vi si conserva un telo (“salvietta”) con una impronta di un viso d’uomo che la tradizione attribuisce a San Francesco di Paola che, ospite della famiglia Capograsso a Salerno, si coprì la faccia per non farsi dipingere da un pittore. In occasione della peste (1656) la famiglia si ritirò a Benincasa per sfuggire al morbo, e quale forma di omaggio donò la reliquia alla chiesa.

 

Chiesa parrocchiale di S. Pietro e S. Paolo - Dragonea

La Chiesa principale di Dragonea è dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, parrocchia millenaria, una delle più antiche nella provincia di Salerno. Si erge in posizione eminente rispetto all’abitato; l’edificio subì ingenti danni in occasione della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale Dragonea fu teatro di un aspro scontro tra i soldati tedeschi e i soldati anglo-americani.

 

Santuario di S. Vincenzo - Dragonea

Alla medievale chiesa di S. Maria in località “Maiano”, denominata poi S. Maria dei Martiri, fu abbinata una confraternita ed un convento abitato dai domenicani, che lo abbandonarono all’inizio dell’Ottocento per le leggi di soppressione. Dopo varie vicende una parte del complesso, meglio noto quale Santuario di S. Vincenzo Ferreri, per il culto popolare che vi è fiorito dalla prima metà del XIX secolo, è stato restaurato dopo i danni del terremoto del 1980.

Il vano adiacente alla chiesa era utilizzato quale oratorio della Congrega del Rosario e presenta un significativo pavimento in ceramica vietrese della prima metà dell’Ottocento.

Nel convento e nel terreno circostante nella seconda metà dell’Ottocento vi operò una scuola agraria diretta dal monaco benedettino Gaetano Foresio, anche esperto e collezionista numismatico.

Il luogo è meta di pellegrinaggi e di passeggiate.

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